FONTE VERIFICATA: Corte di Giustizia dell’Unione Europea
Arriva un’importate sentenza dalla Corte di Giustizia Europea che annulla il “Privacy Shield”, l’accordo tra USA e UE riguardante il trasferimento dei dati personali dei cittadini europei al di là dell’Atlantico.
Il Privacy Shield era nato nel 2016 con lo scopo di tutelare la privacy dei cittadini europei che, per necessità di rapporti commerciali con aziende d’oltreoceano, dovevano trasferire i propri dati nei server statunitensi. Tuttavia, è noto che i sistemi di sorveglianza statunitensi siano molto invasivi nei confronti della privacy dei propri cittadini e quasi allo stesso modo per i dati degli utenti extra USA. Per questo motivo e, quindi, per tutelare maggiormente la privacy dei cittadini europei, la Corte di Giustizia UE ha annullato lo scudo che inizialmente doveva servire proprio a questa tutela, il Privacy Shield appunto, poiché giudicato insufficiente.
Adesso le aziende americane saranno chiamate ad una nuova organizzazione sul piano informatico, che permetta ai cittadini europei di continuare a relazionarsi con esse, utilizzando, ad esempio, server installati in Europa. E’ evidente che tale trasformazione avrà un forte impatto sul piano economico per le aziende a stelle e strisce. Di certo investirà poco o per niente i flussi economici dei grandi colossi del mercato, ma le aziende un po’ più piccole potrebbero non essere in grado di sostenere la spesa necessaria ad assecondare il nuovo assetto imposto dall’Europa.
Sito Ufficiale Privacy Shield FrameworkQuesta sentenza introduce inevitabilmente ripercussioni per tutti gli Enti che hanno fatto affidamento al Privacy Shield come garanzia per legittimare, agli occhi del GDPR UE 2016/679, il trasferimento dei dati personali verso un Paese extra-UE (USA), occorrerà un rapido riallineamento della propria compliance secondo gli articoli 46, 47 e 49 del Regolamento.
Sentenza della Corte di Giustizia nella causa C-311/18 (.pdf 262kb)