Il riuso delle attrezzature informatiche può essere considerato un meccanismo di innovazione sociale contro il digital divide e l’inquinamento. Vi raccontiamo la nostra piccola esperienza…
Troppo spesso accade che apparecchiature informatiche ritenute obsolete per determinate attività (e.g. il gaming, l’editing audio e video, la grafica, lo sviluppo software) o non funzionanti per via di guasti poco significativi e facilmente riparabili, vengano conferiti in discarica, o, nella peggiore delle ipotesi, smaltiti irregolarmente. Questo arreca un grave danno all’ambiente oltre che alla comunità, per via del mancato riutilizzo e quindi spreco di risorse.
Noi crediamo sia importante dare una seconda vita a queste apparecchiature, che, con piccoli aggiustamenti e quale pezzo di ricambio magari usato, possono trasformarsi in un beneficio ambientale, economico e soprattutto sociale quando queste vengono poi riutilizzate da chi non ne può disporre, per motivi economici o logistici.
Abbiamo deciso così di consegnare alla Fondazione “La Provvidenza ONLUS” di Reggio Calabria, che da molti anni si occupa di minori svantaggiati predisponendo programmi che favoriscono l’inclusione sociale, due postazioni pc complete da noi recuperate e ricondizionate (un portatile e un fisso dotato di tutti gli accessori) per agevolare i ragazzi assistiti nella loro DAD (didattica a distanza e formazione digitale).
Vogliamo da oggi pensare ad un modello di smaltimento e riuso intelligente delle apparecchiature informatiche inutilizzate o difettose, poiché crediamo che essere un operatore economico in una comunità implichi una responsabilità sociale nei confronti della comunità stessa.